Visiting commission dell’OECD al C.A.P. di Uniba - 19 novembre 2018

Il Centro di Apprendimento Permanente dell’Università di Bari Aldo Moro è stato ascoltato come case study dall’OECD/OCSE per il servizio di internazionalizzazione e inclusione accademica degli studenti titolari di protezione internazionale.

La Commissione Internazionale dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico ha incontrato il 19 Novembre ricercatori e utenti del servizio C.A.P., nell’ambito del progetto HE-Innovate sviluppato insieme alla Commissione Europea per sostenere le università nell’impegnativo compito di migliorare le pratiche accademiche e di aiutare studenti e laureati a mettere a frutto il loro enorme potenziale di innovazione nella società contemporanea.

La presidente del C.A.P. Fausta Scardigno ha illustrato i principali risultati del Centro per il Life Long Learning che in soli tre anni è passato dall’essere un presidio sperimentale per il riconoscimento delle competenze e dei titoli di studio pregressi degli studenti stranieri migranti, rifugiati o beneficiari di protezione internazionale, ad essere considerato ‘Pratica di Successo’ internazionale per l'OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni), ad essere inserito nel catalogo europeo delle “Buone Pratiche InHere per i rifugiati” (Erasmus+ Strategic Partnership) e nella piattaforma digitale europea per la validazione delle competenze e l'inclusione nel mercato del lavoro FromSkills2Work, oltre ad essere stato coinvolto in un progetto di ricerca sociale della World Bank.

Siamo nati come esperienza pionieristica nell’ambito dei processi di apprendimento permanente, di certificazione e accreditamento delle competenze acquisite in contesti formali ed informali e oggi – ha spiegato la sociologa Fausta Scardigno - offriamo un servizio di Ateneo che si fa forte della cooperazione tra diversi Dipartimenti universitari, coinvolge docenti e ricercatori con formazione e competenze differenti (sociologi, psicologi del lavoro, esperti di formative assessment) in un'ottica reale di integrazione tra ricerca sociale, didattica e terza missione. A dicembre il Consiglio di Europa ha invitato il C.A.P. a presentare la propria buona pratica nell’ambito di un’iniziativa della Commissione europea”. 

Serafina Pastore, responsabile insieme ad Amelia Manuti delle attività di certificazione del C.A.P., ha presentato ai quattro componenti della commissione OECD/OCSE il framework teorico dei processi di certificazione messi in atto dal Servizio di Ateneo, mentre tre utenti del centro e beneficiari di protezione internazionale, attualmente studenti dell’Università di Bari, hanno raccontato la loro esperienza personale di inclusione: “Siamo passati dal non avere speranze, immersi in mille difficoltà, ad avere concrete opportunità di cambiamento. A fare la differenza sono stati lo studio e il lavoro che, sulla base delle nostre esperienze personali, sono i veri strumenti di integrazione. Tutto ciò non sarebbe però stato possibile senza il C.A.P. Prima abbiamo visto riconosciuti i titoli di studio conseguiti nei nostri Paesi, poi siamo tornati all’università e a lavorare, vedendo valorizzate le nostre capacità e le nostre professionalità. E’ un nuovo inizio che restituisce sogni, speranze, prospettive e progetti concreti alle nostre vite”.

Tra i servizi offerti dal C.A.P. ci sono gli strumenti per accedere alsistema accademico italiano dopo il riconoscimento delle precedenti carriere scolastiche o universitarie, per concorrere alle borse di studio del ministero degli Interni e per proseguire le carriere accademiche o accedere al mondo del lavoro.

 

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pubblicato il 19/11/2018 ultima modifica 09/05/2022