CAP Uniba: pratica di successo per l'OIM

Il Centro per l’Apprendimento Permanente dell’Università di Bari

è una ‘Pratica di Successo’ internazionale

per l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni

 


Ci sono circa 2,5 milioni di stranieri nel mercato lavorativo nazionale ma uno degli ostacoli al loro inserimento occupazionale, in posizioni qualificate, è la difficoltà a far valere in Italia titoli di studio e qualifiche professionali acquisite all’estero. La quota dei lavoratori stranieri con un alto livello di istruzione ma impiegati con mansioni di basso livello è pari al 22,6% del totale. Gli italiani con qualifiche elevate svolgono per l’83,4% la funzione di dirigenti o professioni intellettuali e tecniche, contro il 34,9% degli stranieri laureati.  

Il progetto Skills2Work, voluto dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), nasce dalla constatazione che, per una effettiva integrazione dei beneficiari di protezione internazionale, è necessario riconoscere le loro competenze e qualifiche. 

L’Università degli Studi di Bari A. Moro attraverso il CAP, Centro per l’Apprendimento Permanente, ha ottenuto un importante riconoscimento dall’OIM che ha scelto di mettere in vetrina, come “Storia di successo”, l’esperienza dell’unico Centro Servizi accademico italiano che si occupa del riconoscimento e della validazione dei titoli di studio e delle competenze professionali di persone rifugiate. 

Sulla piattaforma digitale FromSkills2Work, che offre informazioni sulla certificazione delle competenze formali, non formali e informali per l’inserimento nel mercato del lavoro di rifugiati e beneficiari di protezione, la prima ‘best practice’ raccolta tra i 9 Paesi europei partecipanti a Skills2Work (Belgio, Ungheria, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Repubblica Slovacca, Slovenia, Spagna e Regno Unito) è proprio quella del CAP. Il ritratto in evidenza è quello di Sophia, rifugiata yemenita che a oltre 4mila km da casa ha trovato lavoro come mediatrice culturale dopo aver ottenuto il riconoscimento della sua laurea, attraverso il CAP, e aver vinto una borsa di studio per proseguire la sua formazione accademica nell’Ateneo barese.

Come lei, grazie al CAP, altri 9 rifugiati e titolari di asilo politico hanno ricevuto borse di studio assegnate dalla CRUI e dal Ministero dell’Interno, in collaborazione con Andisu, per il diritto allo studio e l’accesso ai corsi di laurea triennali, magistrali e di dottorato dell’Università degli Studi di Bari per l’A.A. 2016-2017.

La ricercatrice di sociologia dei processi culturali, la prof.ssa Fausta Scardigno, presidente del C.A.P. e referente del Rettore per il rapporto con gli studenti stranieri dell’Università di Bari: “Quando i rifugiati vedono le loro competenze giuridicamente riconosciute e formalmente valutate, diventano estremamente motivati e competitivi. Ecco perché l’Italia deve cominciare a fare uno sforzo aggiuntivo per valutare le abilità dei rifugiati: il beneficio è collettivo”. 

Nella XXII Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo di tutte le vittime di mafia e nella Giornata Internazionale voluta dall’ONU per l’eliminazione delle discriminazioni razziali il Magnifico Rettore annuncia: "L’Università di Bari Aldo Moro si candida ad essere uno spazio di inclusione e di internazionalizzazione per tutti coloro che vogliono mettere a valore il proprio capitale umano".

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pubblicato il 22/03/2017 ultima modifica 09/05/2022