La storia di My
My ha lasciato la Siria per trovare condizioni di vita sicure e per continuare a studiare. Ha lasciato il suo Paese e l’università a Damasco, dove studiava Legge, per colpa della guerra.
Dopo essersi diplomato nel 2007, ha studiato per quattro anni in Siria. “Non mi sono laureato perché ho perso l’ultimo anno. Non ho passato tutti gli esami perché se avessi terminato il mio percorso di studi mi avrebbero mandato in guerra. Ma non puoi rimanere all’università più di un anno senza dare esami, senza essere chiamato a combattere”.
Così è andato in Egitto dove ha lavorato come assistant manager in una grande impresa edile. Lavorava con i clienti stranieri grazie alla buona conoscenza dell’inglese. Contemporaneamente ha fatto data entry per un’altra impresa. Ma i siriani non possono prendere la residenza in Egitto e quindi né lavorare né studiare. Così è partito per la Germania, dove ha parenti. Lì è stato 4 mesi ma anche lì, non avendo la residenza, non ha lavorato.
In Italia è arrivato attraverso un progetto Sprar dell’Arci. Non ha avuto grandi difficoltà ad ambientarsi. Ha trovato amici, solidarietà e ha studiato l’italiano. Poi ha svolto un tirocinio retribuito di tre mesi come pizzaiolo dopo un corso di formazione. In seguito ha fatto un corso di Autocad al Politecnico, fuori dallo Sprar. “Quando ho cominciato a fare il pizzaiolo andavo già all’Università. Poi ho finito il corso di pizzaiolo e ho seguito il primo anno di ingegneria edile”.
Ora è iscritto al secondo anno e vuole finire l’Università ma, dice, “non credo che rimarrò in Italia, vorrei andare nei Paesi arabi, dove c’è più possibilità di lavoro in questo settore. Ho sentito che in Italia non c’è tanto lavoro nell’edilizia”.