Studentessa dell’Università di Bari alla Summer School su Migrazioni e Lavoro

Anche una studentessa di Mediazione linguistica dell’Università di Bari ha partecipato alla Summer School “Mobilità umana e giustizia globale” organizzata dall’Università Cattolica di Milano sul tema “Il lavoro che m(n)obilita. Contrastare la marginalità, valorizzare il potenziale, promuovere lo sviluppo” che si è svolta a Santa Maria di Leuca dal 23 al 26 luglio.

Sophia, yemenita e rifugiata in Italia, ha lavorato come mediatrice culturale per l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim) ed è stata un’utente del C.A.P., il Centro di Apprendimento Permanente dell’Università di Bari che l’ha aiutata a ottenere il riconoscimento della laurea in Lingua Inglese conseguita nel suo Paese prima di fuggire e ad iscriversi all’Università di Bari per proseguire la sua formazione accademica.

“La Summer School è stata molto utile, ricca di informazioni interessanti per tutti e di argomenti su cui meditare. Ma a suo modo è stata anche divertente, un momento di piacevole condivisione. Mi sono sentita benvenuta, inclusa e parte di questo mondo. Sono tornata a casa carica di nuove idee, ispirazione e nuove amicizie”. Sul difficile equilibrio tra migranti e lavoro Sophia ci dice: “L'esistenza dei migranti deve essere considerata fonte e risorsa umana e culturale innanzitutto, e lavorativa poi. Soprattutto, la presenza degli immigrati dovrebbe essere considerata un punto di forza e non un problema!”.

 

La nona edizione della scuola diretta da Laura Zanfrini, docente di Sociologia delle migrazioni all’Università Cattolica del Sacro Cuore, e condiretta da padre Fabio Baggio, sottosegretario della Sezione Migranti e Rifugiati – Dssui Santa Sede, grazie anche al contributo della Fondazione Migrantes il cui direttore generale don Gianni De Robertis è stato tra i relatori, ha focalizzato l’attenzione sui migranti quali attori economici, analizzando la realtà del lavoro immigrato in Italia e in Europa, nei suoi aspetti più problematici e in quelli più virtuosi.

Accanto alle indiscutibili sfide che le diverse componenti delle migrazioni contemporanee pongono ai mercati del lavoro europei, obbligandoli a misurarsi con i problemi dell’inclusione lavorativa di soggetti spesso vulnerabili, la scuola ha inteso indagare le prospettive di un’autentica valorizzazione dell’immigrazione, capace di andare oltre la “miopia” degli attuali modelli di integrazione. Anche in ragione del suo significativo peso demografico, destinato a crescere ancora nei prossimi anni, la popolazione con background migratorio rappresenta una posta in gioco decisiva per la competitività delle economie europee e la sostenibilità dei loro regimi di accumulazione. E una straordinaria risorsa per le comunità d’origine dei migranti, secondo una prospettiva di co-sviluppo che deve essere ancora potenziata.

“La straordinaria adattabilità dei migranti - sottolinea Laura Zanfrini - li ha resi i candidati ideali per occupare quei lavori che gli italiani non volevano più fare rendendoli una risorsa strutturale per il funzionamento della nostra economia e della nostra società. Tuttavia, in un quadro macro-economico caratterizzato da processi di mercificazione e precarizzazione del lavoro, dall’ampiamento delle disuguaglianze sociali e dall’avvento di logiche neo-liberiste – col loro corollario di “scarti umani” – gli immigrati sono divenuti, loro malgrado, gli ingranaggi di un circolo vizioso di progressivo peggioramento delle condizioni di lavoro e di reddito. Garantire l’uguaglianza delle opportunità e le condizioni di un lavoro decente e dignitoso per tutti è un passaggio fondamentale per valorizzare il potenziale dell’immigrazione e promuovere una convivenza pacifica e solidale”.

 

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pubblicato il 02/08/2018 ultima modifica 09/05/2022