L’incontro che cambia

L’incontro con l’immigrato, quando è vissuto, cambia le prospettive, i giudizi. E’ un’esperienza che fa la differenza. Perché si inizia a riflettere senza immedesimarsi nel detto e nel sentito, nel filtro dei pregiudizi o dell’indifferenza. Ci si lascia coinvolgere in prima persona.

Gianni Amelio, incontrato al Bif&st 2018 di Bari, ricorda per noi il momento in cui è cominciata la storia migratoria della contemporaneità, quando l’Italia e gli italiani hanno improvvisamente “scoperto” il fenomeno che caratterizza i nostri giorni e hanno iniziato a confrontarsi, chi lasciandosi coinvolgere e chi no, con gli arrivi dal mare. Soprattutto parla del suo coinvolgimento personale. Quando non è rimasto indifferente.

In “Lamerica”, pluripremiato lungometraggio del 1994, racconta l'Albania degli anni Novanta, dopo la fine del regime di Enver Hoxha e il successivo crollo finanziario. La storia termina su una nave strapiena di emigranti. L’America è l’Italia, la terra promessa.

In “Padre quotidiano”, suo libro pubblicato da poco, rievoca gli anni inquieti in cui si aprì la stagione delle migrazioni che continuano a portare sulle coste italiane il loro carico di dolore e speranze. Rievoca la nascita di un legame affettivo che sfida i pregiudizi e s'impone per arginare l'indifferenza comune. 

Ecco la nostra intervista a Gianni Amelio

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pubblicato il 08/05/2018 ultima modifica 09/05/2022