Intrappolare le persone in categorie di riferimento

Il sociologo Uri Ben-Eliezer (Becoming a black Jew: cultural racism and anti‐racism in contemporary Israel, 2004) dice:

"Una caratteristica importante del cosiddetto 'nuovo razzismo', 'razzismo culturale' o 'razzismo differenziale' è il fatto che essenzializza l'etnia e la religione e intrappola le persone in categorie di riferimento presumibilmente immutabili, come se non fossero in grado di adattarsi a un nuova realtà o cambiando la loro identità. Con questi mezzi il razzismo culturale tratta 'l'altra cultura' come una minaccia che potrebbe contaminare la cultura dominante e la sua coerenza interna. Tale punto di vista è chiaramente basato sul presupposto che alcuni gruppi siano i veri portatori della cultura nazionale e gli eredi esclusivi della loro storia, mentre altri sono potenziali uccisori della sua 'purezza'".

Il razzismo culturale di fatto stereotipa i gruppi etnici, trattando le culture come entità fisse e rifiutando le idee di ibridazione culturale che sono intrinseche a ogni società, perché frutto di scambi, di contatti e di relazioni avvenute nel corso dei secoli tra le popolazioni. Lo stesso discorso vale per le persone, che non sono categorie immutabili ma soggette a evoluzioni per natura.


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pubblicato il 08/01/2021 ultima modifica 09/05/2022