Da che pulpito

Il buon esempio è l'insegnante migliore. Una strategia di Diversity Management consiste nella promozione di cambiamenti organizzativi che favoriscano l’inclusione ma non basta cambiare le pratiche di recruitment e selezione. Non basta cioè assumere più lavoratori stranieri. Ai processi di accompagnamento all’inserimento lavorativo, ai sistemi di valutazione delle competenze o delle performance, all'apertura a opportunità di carriera e crescita professionale per tutti, indipendentemente dalla provenienza, occorre affiancare "innanzitutto" una cultura organizzativa inclusiva.

Occorre cioè una leadership che dai vertici ai team leader fino alle pratiche gestionali quotidiane traducano in pratica l'inclusione.

Potenziare la capacità di ascolto e di coinvolgimento dei membri del team con background etnico-culturale differente non è essere aperti ma è integrare la diversità di idee, di prospettive, di input nelle decisioni e nelle strategie aziendali.

Allo stesso modo non si tratta solo di garantire a tutto il personale l’equità retributiva, l’accessibilità alle misure di welfare o di flessibilità, l’assegnazione di benefit o di opportunità di carriera ma occorre dare l’esempio, agire da “role model” e da agente di cambiamento.

Dimostrare rispetto verso tutte le risorse (capi, collaboratori, subordinati) al di là dei ruoli ricoperti, imparando anzitutto i nomi usando la corretta pronuncia, è il primo, determinante, passo verso una cultura organizzativa inclusiva.

 

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pubblicato il 25/10/2021 ultima modifica 09/05/2022