La 'normalità' del pregiudizio
Avere e difendere un pregiudizio significa contrapporsi all’esperienza, alla conoscenza, al confronto e alla relazione.
Un pregiudizio è un processo per così dire “normale” nel senso che scaturisce da “normali” processi cognitivi, dalla “normale” propensione a categorizzare le informazioni, per organizzare, semplificare e schematizzare la complessità della realtà sociale.
Detto altrimenti, i pregiudizi tendono a semplificare il mondo attorno a noi, eliminando la molteplicità, l’ambivalenza, la storicità, negando evoluzioni, variabilità, temporaneità di uno stato, di una condizione, di una caratteristica.
Cristallizzandosi, divenendo il modo consueto e socialmente condiviso di percepire e rappresentare certe categorie, persone o gruppi, il pregiudizio diventa strumento di discriminazione.
Per lo psicologo sociale Gordon W. Allport, il pregiudizio è un “atteggiamento di rifiuto o di ostilità verso una persona appartenente ad un gruppo, semplicemente in quanto appartenente a quel gruppo, e che pertanto si presume in possesso di qualità biasimevoli generalmente attribuite al gruppo medesimo”.
Gli “altri” sono in altre parole cancellati come individui, come persone uniche e singolari.
Siamo sempre consapevoli di questo “normale” processo mentale?
All rights reserved