I NOSTRI LABORATORI
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Archeologia (referente: )
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Storia moderna e Paleografia (referente: Fabrizio Burattini)
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Audio-video (referente: Maria Martinelli)
Azioni
Sezione di Archeologia
La sezione archeologica del Laboratorio è dotata di due sedi, ubicate rispettivamente nel plesso di Santa Teresa dei Maschi nella Città Vecchia e al primo piano del Palazzo Ateneo. Questa struttura, la prima del genere attiva nell’Ateneo barese, si connota come uno strumento di pronto intervento ed è dotata delle attrezzature necessarie per la conduzione di scavi programmati o di emergenza e per il trattamento dei reperti.
STORIA
Il Laboratorio, inaugurato ufficialmente nel 1992, è allestito presso la sede del Dipartimento nel complesso di Santa Teresa dei Maschi nel borgo antico. È finalizzato alle numerose ricerche condotte in particolare nell’ambito dei settori tardo-antico e medievale (scavi di Corato-San Magno, Brindisi-San Giorgio e Masseria Masina, Mattinatella-Villa Agnuli, Herdonia, San Giusto, Canosa, Seppannibale, San Michele in Frangesto, Grumentum). Attualmente vi si svolgono le attività didattico-scientifiche pertinenti alle ricerche di ricognizione lungo la via Appia tra Altamura e Santeramo, nei territori di grotta Sant’Angelo a Santeramo e di Terlizzi; agli scavi di Siponto, della Cittadella nicolaiana, delle catacombe di Canosa e, infine, alle ricerche di archeologia dei paesaggi costieri e di archeologia subacquea (Cala San Giorgio, Bari-Bisceglie, Cala San Vito - Polignano a Mare; ricognizioni e scavi P. Throckmorton - sede di Taranto, Monte Rosso).
Il Laboratorio di Archeologia situato al primo piano del Palazzo Ateneo nei locali dell’ex Istituto di Civiltà Preclassiche della Puglia, è stato istituito nel 2009. Permane comunque l’originaria suddivisione nelle sezioni di: Preistoria, Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici, Archeologia Classica, Archeologia Postclassica (progetto Siponto), Archeologia dei paesaggi. Quest’ultima sezione è destinata in particolare all’indagine topografica e allo studio dei cospicui materiali provenienti dalle ricerche nel sito di Egnazia. Il Laboratorio è dotato di un ricco patrimonio bibliografico.
ATTIVITÀ
Le attività di laboratorio sono strettamente connesse a quelle di scavo e si svolgono in parte contemporaneamente all’indagine sul campo, e riguardano soprattutto il restauro, la ricostruzione grafica, la documentazione e la conservazione dei reperti. I reperti raccolti nei vari strati, in particolare quelli ceramici, vengono dapprima lavati, poi siglati con l’indicazione del sito e del contesto stratigrafico di appartenenza. Per alcuni di essi, finalizzati all’esposizione, si può rendere necessario un ulteriore intervento di restauro e di consolidamento che, secondo il tipo di manufatto, dovrà essere realizzato con tecniche e materiali specifici. Una parte considerevole del lavoro di laboratorio viene dedicata allo studio, alla classificazione e alla documentazione grafica e fotografica dei reperti. Nell’ambito della documentazione grafica, particolare importanza riveste il disegno ricostruttivo dei reperti, che si avvale di specifiche attrezzature per la misura di precisione, al fine di restituire in modo esatto la morfologia di ciascun frammento e renderne immediata la riconoscibilità. Questa fase viene supportata dall’uso di attrezzature digitali e di programmi informatici. Il disegno riguarda tutti i reperti provenienti dagli scavi archeologici: epigrafi, ceramiche, vetri, metalli, ossi, materiali lapidei e architettonici.
Le ricostruzioni così ottenute costituiscono un necessario mezzo di confronto per la definizione delle classi e sono finalizzate alla redazione degli apparati grafici per pubblicazioni, atti di convegni e tesi. La classificazione prevede che i reperti vengano distinti, con l’ausilio di software di gestione e di archiviazione, in varie classi e tipi sulla base delle loro caratteristiche tecniche (argilla, vernici, tipo di lavorazione, etc.), morfologiche e di eventuale decorazione. Grazie ad una lunga tradizione di studi, risulta oggi possibile definire la cronologia, l’evoluzione tipologica, gli ambiti in cui venivano prodotti e in cui circolavano determinati manufatti antichi: in tal modo si arricchiscono progressivamente le nostre conoscenze sulla cultura materiale, sull’organizzazione artigianale, sui commerci del mondo antico. Il Laboratorio si occupa direttamente, come descritto, delle attività di pronto intervento di cui ogni struttura che opera sul campo dovrebbe essere dotata. Per analisi più raffinate (sezioni sottili delle argille, attivazione neutronica, C14, dendrocronologia, etc.) sono invece necessarie strumentazioni e competenze specifiche, di cui sono dotati i dipartimenti dell’area scientifica, con i quali il Laboratorio ha rapporti di collaborazione. Le attività scientifiche sono sempre integrate con le attività didattiche. Presso il Laboratorio si svolgono seminari ed esercitazioni pratiche, frequentati da numerosi studenti dell’indirizzo Beni culturali e di quello archeologico. Tali attività, organizzate in forma di tutoraggio, hanno l’obiettivo di una corretta e aggiornata preparazione di base, teorica e pratica, in settori quali la ricognizione archeologica, lo scavo stratigrafico, il trattamento e lo studio ricostruttivo dei reperti, l’elaborazione dei dati. Questo tirocinio pratico risulta indispensabile nella formazione professionale di un futuro archeologo, analogamente a quanto avviene negli ambiti scientifico e medico, perché permette agli studenti di intervenire in prima persona nelle attività di scavo e di laboratorio. Il Laboratorio si avvale della collaborazione di laureandi, dottorandi, specializzandi, che integrano il lavoro con l’elaborazione di cartografia computerizzata (auto-CAD) e ricostruzioni in 3D, sulla base dei dati acquisiti sul campo con teodolite elettronico. L’allestimento del laboratorio di archeologia consente di disporre di uno strumento operativo importante, grazie al quale risulta ora più agevole ed efficace l’intervento universitario nel territorio, sia mediante l’organizzazione di campi-scuola di archeologia sia mediante un rafforzamento dei rapporti di collaborazione con altri istituti di ricerca e con gli enti preposti alla tutela del patrimonio archeologico monumentale. La crescita e lo sviluppo di questa struttura consentirà ulteriori possibilità di articolazione della ricerca archeologica e, quindi, una continua preparazione e qualificazione professionale degli studenti che vi partecipano.
Elenco delle attività
- Lavaggio dei reperti ceramici.
- Siglatura dei reperti: su ogni oggetto viene apposta una sigla con indicazione del sito, dell’anno di scavo, del saggio e della unità stratigrafica nella quale è stato rinvenuto.
- Divisione in classi
- Restauro dei frammenti. Primo intervento, finalizzato alla ricostruzione grafica.
- Restauro dei reperti finalizzato all’esposizione.
- Disegno ricostruttivo: viene effettuato con l’ausilio di attrezzature di precisione per il rilevamento morfologico, secondo i principi delle proiezioni ortogonali, con la resa simultanea della sezione a sinistra e del prospetto a destra della linea mediana ed eventuali visioni dall’alto e dal basso che mostrano le caratteristiche di orlo e fondo.
- Fotografia dei reperti di scavo.
- Classificazione dei reperti: in apposite schede vengono riportati i dati descrittivi, la misure, il peso, gli elementi quantitativi, i riferimenti bibliografici, l’attribuzione tipologica, la cronologia.
Sezione Storia Moderna
Nato negli anni Ottanta insieme all'ex Dipartimento di Scienze Storiche e Sociali ed alla sezione di storia moderna come struttura di supporto alla ricerca in questo settore, il Laboratorio ha costituito:
- un luogo di acculturazione informatica e di supporto alla ricerca per i docenti della sezione;
- un supporto per la didattica avanzata e per la redazione di tesi di laurea;
- un luogo di formazione di futuri dottorandi e ricercatori;
- uno spazio di socializzazione per borsisti, ricercatori “non strutturati” e dottorandi in Storia a partire dalla nascita del dottorato stesso (1990);
- uno spazio indispensabile alle attività del Centro di Ricerca Interuniversitario per l’Analisi del Territorio (CRIAT), che ha sede amministrativa nel Dipartimento di Ricerca e Innovazione Umanistica di Bari e federa, oltre all’Università di Bari, l’Università di Foggia, del Salento, il Politecnico di Bari e l’Università di Sassari;
- il luogo in cui si sono realizzati alcuni vasti progetti di ricerca della sezione e che ne custodisce i risultati.
Il laboratorio si è finanziato inizialmente con fondi per il miglioramento della didattica, e poi si è sostenuto e si sostiene ancora oggi con i fondi di ricerca acquisiti dai della sezione:in particolare fondi dell’Università di Bari, della Regione Puglia, del CNR, del MIUR, della Maison Méditerranéenne des Sciences de l’Homme di Aix-en-Provence, dell’Eurpean Research Council. Il personale è stato costituito da volontari e da laureandi, laureati, dottorandi e post-doc in discipline di ambito storico, pagati con contratti di lavoro precario, oltre che dal dott. Fabrizio Burattini, che svolge un lavoro di coordinamento e di sostegno a tutte le attività.
Nel laboratorio sono stati elaborati e sono custoditi su supporto informatico grandi masse di dati relativi in particolare a:
- il commercio del Regno di Napoli con la Francia fra il 1710 ed il 1846 (circa 22.000 arrivi di navi con molti dati su ciascun arrivo nel porto di Marsiglia schedati su supporto cartaceo e poi riversati in computer);
- il commercio del Regno di Napoli con Venezia nell’Ottocento (circa 5000 arrivi di navi a Venezia);
- le fiere attive nei centri del Mezzogiorno continentale fra Settecento e Ottocento;
- l’andamento demografico di tutti i centri del Mezzogiorno continentale fra ‘400 e ‘800, rilevati sulla base delle numerazioni dei fuochi e poi dei censimenti;
- il paesaggio agrario, in particolare quello pugliese, fra Sette e Ottocento;
- la geografia feudale del Mezzogiorno;
- la viabilità, in particolare quella pugliese, fra Sette e Ottocento;
- la geografia religiosa del Mezzogiorno di età moderna;
- la composizione sociale e le reti di relazione di alcuni centri pugliesi come Bari e Monopoli, sulla base delle rilevazioni catastali e degli atti notarili;
- la dotazione di istituzioni amministrative di tutti i centri del Mezzogiorno continentale fra metà Quattrocento e metà Ottocento;
- l’insediamento del Mezzogiorno continentale fra medioevo ed oggi.
Negli ultimi anni il laboratorio si è specializzato nella rappresentazione cartografica dei risultati della ricerca, dotandosi di macchine e programmi (in particolare quelli della famiglia Geographic Information System) aggiornati in questo settore.
Una parte dei dati elaborati nel corso degli anni e continuamente aggiornati sono in rete nel sito del CRIAT.
Sezione di Paleografia 'Giuliana Cannataro'
Esso è destinato alle attività di ricerca e di didattica sulle fonti scritte latine e greche (libri, documenti, epigrafi) dell’antichità, del medioevo e dell’età moderna ed è aperto alla frequenza di studenti, laureandi, dottorandi, assegnisti, borsisti, ‘precari’ della ricerca e docenti.
Nel corso degli anni, il Laboratorio di Paleografia è stato il luogo di formazione per diverse generazioni di dottorandi e ricercatori nonché il punto di riferimento intorno al quale si sono sviluppati e ancora oggi si pianificano numerosi progetti di ricerca su documenti, libri manoscritti, epigrafi dall’antichità all’età moderna. Si ricordano qui, a titolo d’esempio, i seguenti temi: le pergamene lucchesi del IX secolo, nell’ambito del più ampio progetto internazionale Chartae Latinae Antiquiores; l’edizione di fonti documentarie della Puglia medievale; i protocolli notarili pugliesi, nell’ambito dei progetti promossi dal Centro Interuniversitario di Ricerca di Storia del Notariato “Notariorum Itinera”; i documenti per lo studio della società e delle istituzioni nell’Italia medievale; il codice antico, nell’ambito del progetto Progetto FIRB, Futuro in Ricerca (bando 2008) dal titolo Codices Graeci Antiquiores. A Palaeographical Guide to Greek Manuscripts to the Year 850; i codici medievali in scrittura beneventana tra area beneventano-cassinese, Terra di Bari e Dalmazia; i codici dell’Archivio di San Nicola di Bari; le cosiddette Bibbie Atlantiche; le epigrafi di Terra di Bari, nell’ambito del progetto internazionale delle Inscriptiones Medii Aevii Italiae promosso dal Centro Italiano di Studi sull’Alto Medioevo di Spoleto; laproduzione libraria nella tarda antichità greco-latina; la genesi e le caratteristiche dello scriptorium.
Dal punto di vista didattico, inoltre, il Laboratorio di Paleografia offre un supporto determinante per le attività di insegnamento dei docenti che afferiscono al settore M-STO/09, i quali vi tengono seminari ed esercitazioni su pregiati facsimili di manoscritti e su riproduzioni, cartacee e digitali, di fonti scritte antiche e medievali.
Attualmente il Laboratorio di Paleografia contiene una delle raccolte più ricche, tra le Università meridionali, di riproduzioni fotografiche (a stampa, in microfilm e in formato digitale) di libri manoscritti, documenti ed epigrafi. In esso è anche parte del fondo librario della biblioteca dipartimentale, in particolare alcuni strumenti per la ricerca paleografica e diplomatistica (periodici, repertori, collezioni di facsimili).
Negli ultimi anni, il Laboratorio di Paleografia è impegnato nella elaborazione di strategie innovative per la digitalizzazione dei beni culturali scritti, collaborando attivamente con Dottorati del Dipartimento e con realtà aziendali.
Sezione Audio-Video
La sezione audio-video del laboratorio StudiUm nasce dal Laboratorio dell’ex Dipartimento di Scienze dell’Antichità, che era in origine Laboratorio di Archeologia e che ha cominciato a funzionare come Laboratorio multimediale a partire dal 1998 - periodo in cui si è verificata la svolta alle tecniche artistiche digitali - fino all’offerta di servizi fotografici e audio-video.
La sezione audio-video del Laboratorio si dedica alla ricerca, alla didattica e alla divulgazione delle iniziative del Dipartimento: dalla fotografia alla progettazione grafico-editoriale, alla progettazione e realizzazione di prodotti multimediali, alla produzione di materiale audio-video.
Nello specifico:
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fotografia: fotografia sul campo fotografia ed elaborazione grafica digitale dei reperti
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elaborazione grafica e ipotesi di ricostruzione di testi antichi e di papiri
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ipotesi di ricostruzione digitale di materiale lapideo
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restauro digitale di materiale cartaceo e lapideo
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disegno digitale
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progettazione grafica del materiale per la divulgazione di eventi organizzati dal Dipartimento (manifesti, locandine, inviti)
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supporto nello studio della veste iconografica del libro (progetto ed elaborazione grafica della copertina; elaborazione grafica e fotografica delle immagini all'interno)
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progetto e realizzazione di presentazioni multimediali
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riprese e montaggio video, per la realizzazione di materiale audiovisivo utile a documentare l’attività del Dipartimento (scavi archeologici, convegni, etc.)
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supporto alla didattica per la parte laboratoriale che riguarda, dal punto di vista sia tecnico sia creativo e progettuale, l’uso dei sistemi audio-video nel campo dei Beni culturali.