Su Scientific Reports una nuova metodologia di indagine per la caratterizzazione integrata dei siti costieri contaminati

Comunicato stampa del 18 aprile 2024

In un recente lavoro pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale “Scientific Reports” dal titolo “A set of guidelines as support for the integrated geo-environmental characterization of highly contaminated coastal sites”(https://doi.org/10.1038/s41598-024-58686-4), uno studio dei ricercatori e professori del Dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali (DiSTeGeo) dell’Università di Bari Aldo Moro evidenzia che la caratterizzazione geo-ambientale dei siti contaminati non può prescindere da un’analisi multidisciplinare e multi-temporale dei processi morfodinamici che interessano le aree marino-costiere prospicienti i poli industriali presenti sul territorio regionale e nazionale.

Le coste italiane sono sede di estesi siti industriali che negli anni hanno contribuito alla modifica dell’ambiente marino costiero. Attualmente, l’estensione complessiva delle aree a mare comprese nei perimetri dei Siti di Interesse Nazionale (SIN) è di circa 77.000 ettari (ISRPA, 2024). In Puglia sono presenti quattro SIN di cui tre (Taranto, Brindisi, Manfredonia) si estendono anche a mare (Figura 1).

“La caratterizzazione geoambientale dei siti costieri contaminanti rappresenta la base scientifica necessaria per la definizione delle strategie di bonifica più adatte per la riduzione del rischio sanitario e ambientale” spiega la Dottoressa Angela Rizzo, ricercatrice presso il Dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali dell’Università di Bari Aldo Moro.

“Per questo motivo” continua la Dott.ssa Rizzo, “la nostra ricerca si è focalizzata sulla realizzazione di un protocollo di indagini adatte per la definizione del modello geologico sensu lato, degli impatti antropici sui sedimenti marini e costieri e delle variazioni morfodinamiche attese nel sito di indagine.

“Le indagini proposte nel lavoro mirano a definire i principali caratteri geoambientali di un sito costiero contaminato. In particolare, è stata evidenziata l’importanza della realizzazione di rilievi ed indagini multidisciplinari, dirette ed indirette, per la valutazione dell’impatto antropico sui sedimenti marino-costieri e per la definizione delle possibili modifiche sui processi geomorfodinamici indotti dalle variazioni climatiche attese nei prossimi decenni”, continua la Dott.ssa Rizzo. In contrasto con il forte impatto antropico, il territorio di Taranto è caratterizzato da un elevato valore paesaggistico e ambientale.

Per questo motivo, l’area del SIN “Taranto” è stata oggetto di numerose attività di caratterizzazione ambientale, nelle quali il DiSTeGeo è stato coinvolto per la realizzazione delle indagini conoscitive previste nell’ambito dell'Accordo di Collaborazione (ex art. 15 della L. 241/90) stipulato nel 2015 fra il Commissario Straordinario per gli interventi urgenti di bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione di Taranto, l'Università di Bari Aldo Moro e il Consiglio Nazionale delle Ricerche.

“Partendo dall’esperienza maturata nell’ambito del succitato Accordo, le attività di ricerca più recenti hanno portato alla messa a punto di un protocollo di indagini per la definizione delle analisi da eseguire a supporto della realizzazione del modello geomorfodinamico delle aree costiere contaminate” aggiunge il prof. Giuseppe Mastronuzzi, Direttore del DiSTeGeo.

“Le attività, svolte nell’ambito di ambiziosi progetti finanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, hanno permesso inoltre di avviare diverse collaborazioni con enti e imprese presenti sul territorio regionale, nazionale e internazionale.

Il Direttore sottolinea che i risultati scientifici derivanti dalla caratterizzazione del sito di Taranto e il relativo protocollo di indagine sono stati presentati nell’ambito di diverse conferenze in Italia e all’estero, favorendone pertanto la diffusione nella comunità scientifica nazionale ed internazionale. Ulteriori sviluppi saranno orientati alla definizione di sistemi di monitoraggio innovativi, basati sull'utilizzo di metodi di analisi più rapidi, quali ad esempio sistemi di riconoscimento automatico degli inquinanti nei sedimenti (es. microplastiche) e sui settori costieri (es. rifiuti solidi spiaggiati), al fine di definire azioni di gestione efficaci e adatte alle caratteristiche sito-specifiche delle aree oggetto di studio.

“La messa a punto di un approccio metodologico per l’individuazione dei settori costieri ad elevata suscettibilità a causa degli impatti dei processi connessi al cambiamento climatico, quali ad esempio l’innalzamento del livello del mare, rappresenta uno strumento di innovazione utile per la definizione di aree critiche, per le quali azioni di gestione integrata risultano prioritarie al fine di ridurre il livello di rischio costiero, sia in termini sociali che ambientali” conclude il Direttore Giuseppe Mastronuzzi.

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Fig.1 SIN Costieri della Regione Puglia

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pubblicato il 18/04/2024 ultima modifica 18/04/2024 scaduto