Ripensare i ranking universitari attraverso la scienza della complessità

Comunicato stampa del 6 aprile 2022

Ricerca UNIBA pubblicata su Scientific Reports, Nature Italy e Nature Portfolio: ricercatori baresi propongono un algoritmo che combina informazioni sul divario territoriale e indicatori di prestazione, per una valutazione più equa delle Università.

La presenza delle Università nei territori è universalmente riconosciuta come motore di sviluppo socio-economico. Al contempo, regioni o aree metropolitane sviluppate sono in grado di offrire ai potenziali studenti dei servizi, una qualità della vita ed opportunità di lavoro che possono rendere un ecosistema territoriale attrattivo, ma che poco hanno a che fare con la qualità intrinseca della formazione offerta dalle Università.  Separare questi due aspetti è essenziale, soprattutto per consegnare alla generazione Fridays for Future una prospettiva di sviluppo della società e dei territori più equa e sostenibile. Viceversa, le classifiche (ranking) universitarie, pur essendo sempre più diffuse, non tengono in conto questi aspetti, confondendo la qualità dell’istruzione e della ricerca offerte da un ateneo con la ricchezza del tessuto produttivo in cui esso è inserito. In questo modo, i ranking risultano decisamente fuorvianti sia per gli studenti che devono intraprendere un percorso accademico, sia per i decisori pubblici, che li utilizzano per premiare le Università attraverso quote aggiuntive di finanziamenti.

Esaminando oltre cento indicatori di sviluppo socio-economico degli ultimi cinque anni, i ricercatori del gruppo di Fisica Applicata dell’Università di Bari e dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Loredana Bellantuono, Alfonso Monaco, Nicola Amoroso, Annamaria Demarinis Loiotile, Angela Lombardi e Sonia Tangaro, guidati dal prof. Roberto Bellotti, in collaborazione con Vincenzo Aquaro (Dipartimento per gli Affari Economici e Sociali delle Nazioni Unite) e Marco Bardoscia (Banca d’Inghilterra), propongono una nuova prospettiva, che può consentire di valutare le Università in maniera più equa.

Utilizzando strumenti della scienza dei sistemi complessi, il campo di ricerca che è valso al professor Giorgio Parisi il Premio Nobel per la Fisica, i ricercatori baresi hanno evidenziato e rimosso dalla valutazione della qualità degli Atenei gli effetti di trascinamento, in positivo o in negativo, legati allo sviluppo socio-economico dei territori. Lo studio è stato condotto a livello mondiale, considerando oltre 1000 Università, classificate attraverso una delle più accreditate organizzazioni, la britannica Times Higher Education, e a livello italiano, analizzando la classifica delle Università stilata annualmente dal CENSIS. I risultati della ricerca sono stati pubblicati il 23 marzo nell’articolo “Territorial bias in university rankings: a complex network approach” sulla rivista Scientific Reports del gruppo Nature. Ma l’interesse degli Editori non finisce qui: i ricercatori sono stati invitati a spiegare le ragioni che li hanno spinti ad intraprendere questo studio, nello spazio di approfondimento “Behind the paper” di Nature Portfolio. In aggiunta, la rivista digitale “Nature Italy”, ha evidenziato questa ricerca tra i propri highlights.

Dalla ricerca emergono dei risultati estremamente interessanti e significativi. Ben 5 Università vengono premiate come virtuose, migliorando di oltre 10 posizioni la propria graduatoria: l’Università di Foggia (+26 posizioni), seguita da Teramo (+15), Cassino (+14), Milano San Raffaele (+13) e Napoli L’Orientale (+11). Alcune Università, collocate in un contesto socio-economico favorevole, peggiorano invece la loro posizione quando l’effetto di trascinamento del territorio viene rimosso dai ranking: luav di Venezia (-26), Pisa (-14), Torino (-12), Aosta (-10) e Verona (-10). Infine, lo studio rivela la stabilità dei punteggi conseguiti da alcuni atenei, come l’Università Bocconi, l’Università di Trento e il Politecnico di Milano, che occupano posizioni apicali nel ranking CENSIS originario e le mantengono anche dopo la rimozione degli effetti dovuti al contesto socio-economico in cui operano. I ricercatori ritengono che lo strumento proposto per l’elaborazione di nuovi ranking, mitigando gli effetti del condizionamento territoriale, possa supportare politiche di sviluppo e coesione che puntino a ridurre il divario tra Università del centro-nord e del sud, anziché aumentarlo.


 

Articoli sulla  ricerca:

- Articolo principale

Bellantuono, L., Monaco, A., Amoroso, N. et al. Territorial bias in university rankings: a complex network approach. Sci Rep 12, 4995 (2022).

Nature Portfolio

 

Nature Italy

Il gruppo di ricerca di Fisica Applicata di Bari che ha condotto lo studio

Il gruppo di ricerca di Fisica Applicata di Bari che ha condotto lo studio.

pubblicato il 06/04/2022 ultima modifica 06/04/2022 scaduto

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