1847 12 aprile n. 542

A.S.BA. – sez. Trani, Gran corte civile, vol. 105, II foglio di udienza dell’anno 1847 (apr.-giu.), fol. 31r-39r.

Nella causa di appello proposta da Francesco Antonio Larterme contro Daniele Uva la Corte, chiamata a pronunciarsi in materia di legato, si trovò a dover interpretare la volontà della istitutrice Teresa Santerme che aveva indicato quali destinatari di due cappellanie laicali «i preti de domo et familia di Friuli e Santerme»: occorreva comprendere se con tale espressione la testatrice avesse voluto includere «solamente i preti della discendenza mascolina» di detta famiglia, o anche quelli della linea femminile. Ai fini del decidere la Corte non potè fare e a meno che richiamare una «sentenza di Papiniano» contenuta nella «legge cum pater, 77, § cum inter, 28 D. de leg. 2».

Sulla base di tale principio la Corte ritenne che la volontà della fondatrice fosse quella di estendere il legato a beneficio di tutti i preti della discendenza dei fratelli, sorelle e nipoti con la sola preferenza degli uni sopra degli altri. Per questi motivi rigettò l’appello proposto in quanto «mal fondato».

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pubblicato il 19/12/2013 ultima modifica 09/05/2022