[ NOTIZIA ] Diario dall’aula: il cantiere BaHouse

"Quello che abbiamo fatto qui non è stato riempire il vuoto con nuove forme e nuovi oggetti, né arredare delle stanze. Qui nasce un progetto, che significa responsabilità, significa costruire intorno ad un atto creativo e culturale un fatto concreto che genera relazioni, che produce una visione nuova e condivisa delle soluzioni ai problemi, capace di innescare processi di cambiamento reali" (Vittorio Palumbo, designer visionario)

Prima del BaLab che c’era? Questa è con ogni probabilità la domanda che molti di noi si sono posti la prima volta che hanno messo piede in queste stanze dell’Università di Bari.

Erano tre spazi vuoti, che noi abbiamo stravolto. Nemmeno noi ci credevamo fin quando non abbiamo cominciato a lavorarci.

Le parole d’ordine sono state “co-working”, “pensiero”, “fare”: tre parole che corrispondono a tre idee. Tre parole per tre stanze, tre stanze per un unico progetto: BaLab e la sua officina, BaHouse.

Uno spazio dove non ci sono limiti, dove per una volta possiamo volare alto.

“Uno spazio per la traduzione dei nostri sogni”.

Una stanza per il pensiero: Cogito ergo sum. Perché solo se penso, sono.

Una stanza per il fare. Una stanza per il co-working.

BaHouse è un posto dinamico, sempre in movimento, o meglio in evoluzione.

Se aprissimo tutti il nostro terzo occhio, quello dell’immaginazione che tutti possediamo, ci accorgeremmo che nulla è così irraggiungibile. Ed ecco che queste stanze diventano luoghi di aggregazione, di lavoro, luoghi per star bene.

BaHouse dev’essere il posto in cui entriamo in un modo e ne usciamo in un altro.

BaHouse dev’essere una palestra dell’errore dove non bisogna temere di sbagliare, perché è solo sbagliando che s’impara a fare meglio.

Noi ci stiamo provando, ogni giorno, tagliando pezzi di legno per le nostre scrivanie, i nostri sgabelli. Saremo noi ad inaugurare queste stanze ma solo se ogni giorno saranno vive, allora saremo riusciti nel nostro progetto. Per noi e per tutti i BaLabbers che verranno.

 

Nicla Limongelli