Descrittione del Regno di Napoli di Scipione Mazzella

 

Tra ‘500 e ‘600, in conseguenza di un crescente interesse per gli studi di storia del Mezzogiorno, fanno la loro comparsa nel panorama letterario meridionale, le corografie o descrizioni del Regno di Napoli, opere di erudizione che raccolgono notizie sulla storia, sul territorio, sulla società dell’intero regno meridionale.

Tra i volumi di questa natura, la Descrittione del Regno di Napoli di Scipione Mazzella occupa una posizione di rilievo per l’originalità della forma e la peculiarità dei contenuti. L’opera, infatti, è la prima di questo genere dedicata al Mezzogiorno continentale: di fatto inaugura un nuovo filone bibliografico destinato ad avere un ampio successo di pubblico e fornisce il modello per successive pubblicazioni analoghe.

Stampata a Napoli sul finire del Cinquecento, l’opera ebbe diverse riedizioni (una anche in lingua inglese) e nel 1601 ne fu pubblicata una versione rivista e migliorata. Proprio in virtù dell’ampliamento e della revisione dei contenuti dichiarate dall’autore nelle prime pagine dell’ultima edizione, si è scelto di utilizzare per il presente lavoro l’esemplare seicentesco.

 

Dedicata al sovrano regnante Filippo III (sebbene compaiano nel testo anche dediche particolari ad Antonio Nava, barone di Gangiano e di Carpino, e a Giovanni Maria Bernaudo ai quali sono dedicate rispettivamente le province di Principato Citra e Calabria Citra) l’opera di Mazzella consta di due libri: il primo contiene la descrizione del Regno vera e propria, il secondo è costituito da una raccolta poco organica di approfondimenti di diversa natura.

Introduce il primo libro una breve descrizione del territorio e una veloce esposizione di fatti e personaggi della storia del Regno di Napoli «detto altrimenti il gran Regno di Sicilia di qua dal Faro». Segue l’analisi delle dodici province del Regno: per ciascuna Mazzella riproduce l’insegna, fornisce un breve profilo storico e geografico, cita i personaggi illustri, elenca le produzioni tipiche, descrive le emergenze più significative del territorio e gli insediamenti più rilevanti. Di grande interesse è l’elenco delle «città, terre et castella» proposte in ordine alfabetico e accompagnate dal numero dei fuochi attinto presumibilmente dalla numerazione del 1561; segue l’elenco delle città e terre demaniali e chiude lo spazio dedicato ad ogni provincia la descrizione delle imposizioni fiscali attribuite a ciascun fuoco e l’elenco di torri e fortezze che da terra e da mare guardano il territorio provinciale (nelle province di Principato Citra, Basilicata l’elenco delle fortificazioni è anteposto alla presentazione e alla numerazione dei fuochi).

Inoltre, per alcune province, precisamente per Terra di Lavoro, Calabria Citra e Abruzzo Ultra, Mazzella riporta anche l’elenco delle ville e dei casali delle principali terre e città: per molti di queste unità insediative di piccolo rango, che non godono di autonomia amministrativa e i cui fuochi sono computati insieme a quelli delle università da cui dipendono, l’autore riesce a fornire anche i dati demografici senza però precisare quale sia la fonte a cui attinge.

 

Infine, nel rispetto dell’impostazione erudita dell’opera, Mazzella propone, disseminate nel volume e dove lo ritiene più opportuno, delle tavole (in latino) relative al territorio delle antiche regioni e delle popolazioni che abitarono la parte meridionale della penisola (Campaniae Antiquae, Picentinorum, Hirpinorum, Lucaniae, Brutiorum sive Calabriae, Magnae Graeciae, Salentinorum, Peucetiorum, de agro Samnitium, de agro Vestinorum, de agro Marrucinorum, de agro Marsorum, de agro Pelignorum, Frentanorum et Caracenorum, de agro Apulorum, Apuliae Dauniae), e per ciascuna riporta i nomi di urbes et civitates, arces et castella, montes, promontoria, fontes et aques, portus, insules ecc.

Chiude la prima parte dell’opera l’elenco delle terre esenti dalle imposizioni fiscali di tutto il Regno.

Il secondo libro, datato 1597, è un insieme poco organico di approfondimenti relativi alla geografia, alle finanze, alla geografia ecclesiastica, all’apparato giuridico e amministrativo del Regno.

 

Dopo aver fornito il numero dei fuochi complessivi di ciascuna provincia, Mazzella propone un esame quantitativo delle famiglie feudali (che ascendono al numero di 155) e delle milizie del Regno. Segue un excursus sul sistema fiscale meridionale e l’elenco dei donativi pagati ai sovrani dalle Università del Regno tra il 1507 e il 1595; un breve dizionario geografico  «de  fiumi, de laghi, delle paludi, de fonti, de bagni, delle minere, de monti, e delle selve» del Regno presentate in ordine alfabetico; l’elenco delle «castella e fortezze de presidio» con l’entità delle guarnigioni e il soldo pagato ai soldati.

Nelle pagine centrali del secondo libro, Mazzella si occupa di materia ecclesiastica e propone la nota delle rendite di vescovadi e benefici di ius patronato, l’elenco dei pontefici e degli alti prelati a cui il Regno ha dato i natali con brevi notizie biografiche, infine, l’elenco delle arcidiocesi e delle diocesi ad esse suffraganee.

Segue il catalogo «de’ conti e de duchi di Puglia e di Calabria» e di tutti i re di Napoli, dai Normanni agli Austriaci (corredati di note biografiche, effigie e titoli di dignità di cui essi si sono fregiati) arricchito da una minuziosa descrizione delle cerimonie di incoronazione e dalle vicissitudini dei Re di Gerusalemme per spiegare quando e perché i sovrani napoletani cominciarono a fregiarsi di questo titolo. A questo punto dell’opera Mazzella introduce un curioso paragrafo relativo al «modo di scrivere» usato dagli Aragonesi di Napoli per rivolgersi ai maggiori principi e sovrani contemporanei prima di proseguire con l’elenco dei viceré, la descrizione dei sette Uffici principali del Regno, la lunga lista dei signori titolati del regno («posti per alfabeto secondo i luoghi però dove hanno i titoli») introdotta da un breve trattato sulle corone (precisamente Trattato dell’origine e del divisamento delle Corone de’ Signori titolati del Regno) in cui, partendo dall’origine e dal significato ideologico della prassi di cingere il capo presso i popoli antichi, si passa a descrivere l’utilizzo delle corone in età medievale e moderna e a illustrare gli elementi distintivi di quelle indossate da principi, duchi e marchesi.

Chiude l’opera l’elenco delle famiglie iscritte ai sedili  napoletani «messe per ordine d’alfabetto per levar via ogni gara di Precedenza», divise per seggio e corredate da una breve descrizione (da poche righe a diverse pagine) delle origini e dei rappresentanti più illustri; la lista dei reggenti della Regia Cancelleria (altrimenti detti Consiglieri del Consiglio Collaterale) e quella delle famiglie nobili napoletane fuori seggio.

 

Il database si struttura secondo i seguenti campi: 

ID

CENTRO

PROVINCIA

QUALIFICA ONORIFICA

CITTA’ E TERRE REGIE, CITTA’ E TERRE FRANCHE

FUOCHI 1561

FUOCHI DIVISI 1561

NUMERATA CON I CASALI

FUOCHI DEI NUCLEI INSEDIATIVI

FUOCHI DEI NUCLEI INSEDIATIVI DIVISI

VESCOVILE/ARCIVESCOVILE

ID ARCIDIOCESI DI APPARTENENZA, ARCIDIOCESI DI APPARTENENZA, NOTE ECCLESIASTICHE

NOTE

 

 

Download della Descrittione del Regno di Napoli in formato pdf

Per richiedere il file in formato Excel, contattare l'arch. Rosanna Rizzi al seguente indirizzo email: rosanna.rizzi@gmail.com

 

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pubblicato il 06/02/2015 ultima modifica 09/05/2022