8 marzo 2019 - 23:26

Puglia come le Maldive, scoperta la prima barriera corallina in Italia

Il professor Corriero, ex guida naturalistica alle Maldive: «Ho ammirato quelle barriere coralline per centinaia di ore. Ma mai avrei pensato di ritrovarle a due passi da casa, a Monopoli». E il filmato-prova è rimasto chiuso in un cassetto per oltre un anno

di Michelangelo Borrillo

La scogliera sommersa scoperta al largo di Monopoli La scogliera sommersa scoperta al largo di Monopoli
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«Il filmato era rimasto chiuso in un cassetto per più di un anno. Poi una mia collaboratrice lo ha ripescato e ha visto qualcosa di strano. Di così strano che quando me lo ha fatto notare ho fatto un salto dalla sedia: nel Mediterraneo, in Italia, in Puglia, c’è la barriera corallina». La scoperta è dei ricercatori del dipartimento di Biologia dell’Università di Bari, guidati dal direttore Giuseppe Corriero. Che conosce bene le barriere coralline, per aver vissuto alle Maldive: «Nei primi anni ‘90, da biologo marino, lavoravo come guida naturalistica. E quelle barriere coralline, ammirate per molte centinaia di ore, le conosco benissimo. Ma mai avrei pensato di ritrovarle, 30 anni dopo, a due passi da casa». Per la precisione al largo di Monopoli, a circa 2,5 chilometri dalla costa, a una profondità definita media, tra i 40 e i 55 metri. Si tratta, nel dettaglio, di una coral reef, una scogliera sommersa con formazione di madrepore ma prive di «alghe simbionti», che vive in ambiente crepuscolare e in acque fredde, differenziandosi così dalle scogliere tropicali.

Una barriera di 200 chilometri

«Il tratto più interessante — spiega Corriero — si estende per 2,5 chilometri, ma un’ipotesi plausibile è che i coralli possano trovarsi da Bari a Otranto, per quasi 200 chilometri». Sulla base delle ultime osservazioni e della recente mappatura del fondo, infatti, i ricercatori hanno stimato che la nuova barriera scoperta abbia una lunghezza notevole, seppure non in modo uniforme, pari ad almeno 135 chilometri: in direzione del capoluogo pugliese, da un lato, e fino in Salento, dall’altro. Del resto, da sempre i pescatori di palamiti e tramagli, soprattutto nell’area marina tra Cerano, Casalabate, Torre Chianca e San Cataldo, in provincia di Lecce, nel ritirare l’attrezzatura da pesca si ritrovano nelle reti, non di rado, corallo vivo e spugne simili a quelle di memoria equatoriale.

Primo caso nel Mediterraneo

Una barriera corallina in Puglia e chissà dove altro ancora anche nel resto del Mediterraneo. Perché Corriero non si sente più bravo di altri per aver scoperto la barriera corallina dinanzi alla Puglia. Ma solo più fortunato di altri colleghi: «Questa è la prima barriera scoperta nel Mediterraneo, ma probabilmente ci sono altri esempi, bisogna essere solo abili nel riconoscerli», aggiunge lo studioso. E probabilmente, come quella pugliese, ce n’è soltanto un’altra nel mondo, nel Mar Rosso ma a 200 metri di profondità. Ma come mai non è stat scoperta prima? «Perché non c’erano gli strumenti adatti o, semplicemente, non si sono aperti i cassetti con filmati simili». Senza quel filmato effettuato da un robot filoguidato, senza la ricercatrice Frine Cardone che lo tirasse fuori dal cassetto, senza il successivo studio di un anno (a cui hanno partecipato anche ricercatori delle Università Tor Vergata di Roma e di quella del Salento, con robot e particolari tecnologie di immersione), non sarebbe arrivata, lo scorso 5 marzo, la pubblicazione su Scientific reports (rivista di settore del gruppo Nature publishing). E la Puglia non avrebbe scoperto di avere un futuro, se non da Maldive, almeno da Sharm el Sheikh.

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