1843 10 marzo n. 199

A.S.BA. – sez. Trani, Gran corte civile, vol. 89, II foglio di udienza dell’anno 1843 (gen.-mag.), fol. 597r-602v.

La Gran Corte di Trani fu chiamata a pronunciarsi su una domanda incidentale, proposta da Maddalena Ceci contro i coniugi Giulia Tuttavilla e Giuseppe Bucci, di chiarimento delle ragioni poste a fondamento di una precedente sentenza di appello decisa nella stessa sede in data 13 luglio 1842. Lungi dallo sconfessare la sua decisione e «senza mettersi in contraddizione con se stessa», la Corte si disse convinta della «sua idea» che difese in tutti i modi, ritenendo che ogni giudizio dovesse essere considerato «un atto mentale incapace di essere notomizzato dalla ragion dello stile, imperciocchè una fu la mente ed uno il raziocinio della Corte […] non potendo mai il quod scriptum snaturare ed alterare il quod provisum». Se quindi la chiarezza espositiva non fosse riuscita ad esprimere idee adeguate, in dipendenza del fatto che la ragione ed i sensi avessero avuto i loro momenti di stanchezza - per cui anche l’uomo più diligente avrebbe potuto «errare in buona fede» - occorreva spiegare ciò che la Corte stessa intese dire nella «dispositiva» della decisione.

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pubblicato il 19/12/2013 ultima modifica 09/05/2022