Ciascuno è portatore sano di un software mentale

 

Il ricercatore olandese Geert Hofstede all’inizio degli anni ’90 pubblicò i risultati della sua ricerca in Cultures and Organizations: Software of the Mind. Ci disse che l’acquisizione delle abilità di comunicazione interculturale passa attraverso tre fasi: consapevolezza, conoscenza e abilità.

La consapevolezza è “riconoscere che ciascuno porta con sé un particolare software mentale che deriva dal modo in cui è cresciuto, e che coloro che sono cresciuti in altre condizioni hanno, per le stesse ottime ragioni, un diverso software mentale”.

La conoscenza presuppone che “se dobbiamo interagire con altre culture, dobbiamo imparare come sono queste culture, quali sono i loro simboli, i loro eroi, i loro riti…”. La conseguente abilità di comunicare tra culture “deriva dalla consapevolezza, dalla conoscenza e dall’esperienza personale”.

Hofstede sosteneva cioè che chi comunica in un contesto multiculturale deve saper riconoscere e impiegare i simboli delle altre culture, accettando e partecipando ai loro rituali.

In questo modo, si passa dal multiculturalismo all’interculturalismo, che è per così dire un livello superiore visto che presuppone uno scambio tra gruppi, legato alla gestione di diversità nei sistemi di valori e credenze, negli atteggiamenti e nelle abitudini, nei comportamenti e nelle dinamiche sociali.

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pubblicato il 25/11/2019 ultima modifica 09/05/2022