Il Contributo di UniBa (Dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali) al Geoparco Unesco dell’Alta Murgia: primo in Puglia.
Lunedì 9 settembre 2024, il Parco Nazionale dell’Alta Murgia è stato proclamato Geoparco Mondiale Unesco, entrando ufficialmente in una rete globale di 213 Geoparchi sparsi in 48 Paesi.
Un traguardo a lungo inseguito e molto importante per la Puglia e il Sud Italia, il riconoscimento del valore unico del patrimonio geologico, naturale e culturale della regione.
La designazione del MurGEopark quale dodicesimo Geoparco Globale UNESCO in Italia nasce da lontano e fin dalle prime battute del processo di candidatura, avviate nel 2019, ha visto in prima linea il Dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali - DISTEGEO - dell’Università degli Studi di Bari.
Un nutrito gruppo di lavoro del Dipartimento, coordinato dal prof. Marcello Tropeano, infatti, alla luce dell’esperienza più che trentennale di alcuni di loro e forte del bagaglio di conoscenza geologiche ereditato da predecessori e maestri della stessa sede, ha redatto la relazione scientifica di carattere geologico, parte sostanziale del dossier di candidatura e base essenziale per la candidatura stessa, rispondendo ad una Convenzione fra il Dipartimento e l’Ente Parco Nazionale dell’Alta Murgia.
In essa ha giocato anche la grande esperienza di DISTEGEO nell’individuazione dei geositi quali aree - anche puntuali - rappresentative ed esemplificative delle dinamiche geologiche con valore didattico, culturale, scientifico di valorizzazione e conservazione del territorio (Cultural geoheritage).
Il tema geologico portante della candidatura è stato basato su attributi di carattere regionale e puntando sul ruolo che l’area delle Murge e Premurge gioca nella comprensione dell’evoluzione del Bacino del Mediterraneo e della formazione dell’Italia quali risultato di un complesso movimento di interazione fra la placca africana e quella euroasiatica nell’area mediterranea.
Lo slogan quindi che l’area rappresenta “the last piece of Adria, the (almost) lost continent”.
L’ultimo lembo di Adria il continente (quasi) perduto] ha trovato un significativo riscontro positivo nel comitato geologico internazionale che ha valutato la parte scientifica della proposta e ne ha apprezzato la duplice importanza: da una parte l’apprezzamento della forte attrattività mediatica del tema e dall’altro la qualità delle argomentazioni con cui il tema è stato proposto, una novità assoluta nell’ambito dei geoparchi già riconosciuti e in quelli che aspirano al riconoscimento.
Nel 2020 con la consegna della redazione del dossier al termine della convenzione, il Dipartimento di scienze della Terra e Geoambientali ha continuato a produrre ricerche nell’area, che fossero propedeutiche alla candidatura, attivando diverse borse di dottorato con temi prevalenti la divulgazione e il geoturismo, un corso di competenze trasversali dedicato agli stessi temi, e un finanziamento di ateneo (progetto EUROSEEDS) sulla comunicazione degli argomenti geologici in aree protette, culminato il 2 settembre scorso in un workshop che ha visto la presenza di almeno 500 partecipanti provenienti da tutta Italia e fra i relatori la responsabile internazionale dei Geoparchi UNESCO.