Su Nature Genetics i risultati di una collaborazione internazionale sulla genetica e genomica dell’arachide
Pubblicati sulla rivista Nature Genetics i risultati di un'indagine sulla genomica e genetica dell’arachide, realizzata nell’ambito di una collaborazione internazionale tra l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, l’ Accademia di Scienze Agrarie dell’Henan (Cina) e l’Università di Wageningen (Paesi Bassi).
Lo studio, a cui hanno contribuito il prof. Stefano Pavan (tra i primi co-autori) e la Dr.ssa Chiara Delvento, del Dipartimento di Scienze del Suolo della Pianta e degli Alimenti, ricostruisce la storia evolutiva dell’arachide (Arachys hypogaea L.), una delle più importanti colture oleaginose al mondo, a partire dal sequenziamento di centinaia di genomi coltivati e selvatici.
Contrariamente a quanto precedentemente ipotizzato, i ricercatori hanno dimostrato come eventi di raddoppiamento cromosomico (popliploidizzazione) e domesticazione indipendenti abbiano portato alla differenziazione delle due sottospecie di arachide (Arachys hypogaea subsp. hypogea e Arachis hypogaea subsp. fastigiata) a partire dai loro progenitori selvatici.
Inoltre, hanno individuato regioni cromosomiche e geni alla base di importanti caratteristiche economiche, quali la tipologia di fioritura, l’habitus vegetativo, il colore del tegumento, il peso dei baccelli e dei semi, e il contenuto in olio.
Nel complesso, i risultati dello studio pongono le basi per lo sviluppo di varietà migliorate di arachide ed altre specie coltivate, necessarie per affrontare sfide globali quali la sicurezza alimentare e la sostenibilità delle produzioni agrarie. Inoltre, riportano metodologie di indagine genomica originali utilizzabili per l’analisi evolutiva di specie vegetali poliploidi.
Il lavoro è stato in parte condotto nell’ambito del Centro Nazionale Agritech, finanziato dall'Unione Europea – NextGenerationEU (PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA (PNRR) – MISSIONE 4 COMPONENTE 2, INVESTIMENTO 1.4 - D.D. 1032 17/06/2022, CN00000022), ed è disponibile on line in modalità open access (https://www.nature.com/articles/s41588-024-01876-7). https://kwnsfk27.r.eu-west-1.awstrack.me/L0/https:%2F%2Fauthors.elsevier.com%2Fsd%2Farticle%2FS0896-6273(24)00575-0/1/01020191bdb68a98-1da4f331-e41d-44db-8c77-1f3021e9dc12-000000/cj4RiOrSKQ3bExdul4ogw-mBS4Y=390