Xylella: dalla ricerca UNIBA una soluzione ‘ecosostenibile’ nella lotta ai vettori con tensioattivi non pericolosi
È possibile contrastare i vettori di Xylella con con l’utilizzo di tensioattivi non pericolosi che potrebbero costituire un’alternativa alle dispendiose lavorazioni del terreno. Dallo studio emerge che l’utilizzo di tensioattivi riduce le schiume osservate del 99%. Lo studio è del Dr. Domenico Valenzano, ricercatore (RTDa) UNIBA Aldo Moro, affidato alla sezione di Entomologia Agraria del DISSPA nell’ambito del progetto regionale REFIN (Research for Innovation) dedicato ai metodi, mezzi e dispositivi di gestione degli stadi giovanili dei vettori di Xylella.
Lo studio del Dr. Valenzano, condotto nei terreni dell’Azienda Martucci UNIBA, dell’IPAB Soleto, e dell’Istituto Tecnico Pantanelli Monnet Ostuni, ha avuto come scopo quello di individuare meccanismi d’azione alternativi e meno impattanti delle lavorazioni del terreno per la gestione degli stadi giovanili di Afroforidi. Dopo accurati screening di laboratorio per selezionare alcuni mezzi di controllo in grado di gestire gli stadi giovanili e le prove di campo per quantificarne l’efficacia, il risultato delle tesi di tensioattivi non pericolosi, dosati al 3% indica una efficacia utile al controllo degli stadi giovanili dei vettori. I dati raccolti mostrano un abbassamento delle schiume osservate/m2 fino a -99% circa rispetto al testimone trattato con acqua (p≥0.01).
Il funzionamento dei tensioattivi nel controllo degli stati giovanili di Aphrophoridae è attualmente sconosciuto, e risulterebbe un primo caso nel suo genere per il controllo di artropodi non acquatici. La sostanza potrebbe distruggere l’interfaccia con il film liquido durante gli scambi gassosi respiratori, tale meccanismo sarebbe alternativo a quello già riportato in letteratura scientifica riguardo l’utilizzo di tensioattivi nel controllo delle larve acquatiche di Zanzare. La proposta rappresenta un’alternativa alle lavorazioni del terreno. Future valutazioni dovranno essere fatte sul reale impatto verso il suolo, le piante e l’entomofauna non bersaglio. Sebbene sperimentale, questo meccanismo d’azione potrebbe generare una nuova opzione nel controllo sostenibile degli stadi giovanili degli Aphrophoridae. In allegato foto realtiva a vettore non trattato (freccia blu) riparato nella schiuma, e vettore trattato (frecce bianche) vulnerabile alle avversità.
Vettore non trattato (freccia blu) riparato nella schiuma, e vettore trattato (frecce bianche) vulnerabile alle
avversità.