Lockdown Covid-19: un moltiplicatore di rischio per la salute

Uno studio coordinato dal Prof. Piero Portincasa, Direttore della Clinica Medica “A. Murri” dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro ha esaminato gli effetti negativi del lockdown su stili di vita, peso corporeo e fegato grasso (steatosi epatica) in circa 500 soggetti di 21 Paesi europei. I risultati appaiono questo mese sulla rivista European Journal of Clinical Investigation.

I ricercatori del gruppo di Bari dimostrano che l’imposizione di misure di restrizione sociale hanno causato in oltre la metà dei soggetti intervistati e specie nella popolazione italiana, modifiche degli stili di vita con un significativo aumento del peso corporeo anche nel breve termine. Tra le cause principali si annoverano sedentarietà e scarsa aderenza alla dieta mediterranea.

La tendenza era particolarmente preoccupante nei portatori di steatosi epatica che avevano già intrapreso misure correttive nell’ambito del progetto Horizon 2020 “Foie Gras”, coordinato a Bari dal gruppo di ricerca. In un solo mese di lockdown, circa il 70% dei pazienti ha subito l’annullamento dei benefici ottenuti nei mesi precedenti, con peggioramento del rischio cardio-metabolico.

“I risultati– spiega il Prof. Piero Portincasa –frutto del nostro impegno durante le fasi più critiche della pandemia COVID-19 e di numerose collaborazioni internazionali, confermano l’importanza della dieta mediterranea e del mantenimento di un adeguato livello di attività fisica nella prevenzione delle patologie metaboliche. Sarebbe utile ricorrere a campagne informative e formative sui benefici di queste misure di prevenzione, anche in momenti di particolare crisi sociosanitaria”.

Il titolo originale del lavoro è “Multiplying effects of COVID-19 lockdown on metabolic risk and fatty liver” e gli autori sono H. Shanmugham, A. Di Ciaula, D. Di Palo, E. Molina-Molina, G. Garruti, M.F. Faienza, K. vanErpecum, P. Portincasa.