Mostra fotografica "Signa - Storie di Donne"

A cura dell'Associazione Sviluppo Sostenibile di Bari
  • Cosa Mostra
  • Quando dal 10/01/2017 09:00 al 18/01/2017 20:10 (Europe/Berlin / UTC100)
  • Dove Centro Polifunzionale Studenti (Piazza Cesare Battisti, Bari)
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Martedì 10 Gennaio 2017 alle ore 18:00 presso il Centro Polifunzionale Studenti dell'Università degli Studi di Bari Aldo Moro (Piazza Cesare Battisti, Bari) si svolgerà la presentazione, da parte dell'Associazione Sviluppo Sostenibile di Bari in collaborazione con l'Università degli Studi di Bari Aldo Moro, della mostra fotografica "Signa - Storie di donne", composta di 36 foto di Pio MELEDANDRI e realizzata grazie alla collaborazione di dodici "grandi" donne: Giulia CECI, Yvonne CERNO', Valentina CERNO', Silvia D'ATTOMA, Paola DI GIULIO, Annamaria FERRETTI, Stefania LAPEDOTA, Fara MELEDANDRI, Irma MELINI, Angela MONGELLI, Iginia ROMEO, Ketty ZOTTI


 Interventi

  • Stefania SANTELIA, docente di Letteratura Latina - Università degli Studi di Bari Aldo Moro;
  • Annamaria FERRETTI, giornalista - direttora di ILikePuglia.

Insieme compareranno cultura, rapporti sociali, consuetudini e normative relative alla condizione della Donna nel mondo antico e in quello contemporaneo, esaminando casi e motivazioni della violenza nei confronti delle Donne e la loro subordinazione al potere maschile.

Le dodici donne, vere protagoniste della mostra, di età, profili professionali e funzioni sociali diverse, hanno costruito storie differenti che hanno in comune la violenza da parte di un uomo o addirittura del branco. Illusione della Fotografia, dove nel nostro caso “ogni dramma è un falso”, grazie al “trucco” e alla mimica dei soggetti riesce a mettere in scena una storia per ciascuna protagonista. Ogni donna, nella realtà della finzione, è rappresentata poco prima e poco dopo la violenza e poi nell’’immaginazione visuale, riprende la vita quotidiana convivendo con “i segni” del trauma. Le dodici donne, protagoniste della mostra, di età, attività e funzioni sociali diverse, hanno costruito insieme al Fotografo un percorso di storie a loro misura di cui condividono la violenza dell’uomo o addirittura del branco. Un pensiero comune e diffuso ci porta a credere che tutto ciò che vediamo in fotografia corrisponda alla “realtà”. Questa predisposizione mentale al “vero” ha fatto talvolta la fortuna di reporter che hanno colto quell’attimo che non c’è, frutto di messe in scena e di simulazioni spesso verosimili ma talvolta icone di storie farlocche capaci di beffare persino giurie di organizzazioni come “World Press Photo” nell’ambito di concorsi-verità. Il mio invece è un onesto “falso” dichiarato, un dramma immaginifico simbolicamente costruito in studio, anche se l’illusione visiva, il “trucco” e la capacità mimica e di immedesimazione delle “modelle” coinvolte potrebbero far sembrare “vero” quello che è assolutamente “falso”. Le riprese sono state effettuate nello stesso luogo, con le stesse condizioni di luce, volutamente “artificiale”. L’azzurro, il colore dell’amore, in questo caso vira maledettamente al blu tormentato, pesante, a tinte fosche e cupe, così minaccioso sui capelli e sulle spalle delle donne da farle sprofondare nell’abisso. È la colorazione di un amore degenerato, impazzito, assassino, metafora prima di una violenza imminente e qualche istante dopo immagine di una brutalità consumata. Nella terza fotografia la donna è raffigurata nella vita quotidiana ormai segnata dal trauma, disperatamente intenta nel superamento dello stesso. In qualche caso fantastica un possibile successo, in qualche altro insegue il desiderio di una vita serena, anonimamente confusa tra la gente con cui condivide delle storie “comuni”.

Orario Mostra: dal 12 al 18 gennaio 2017 dalle ore 09:00 alle ore 20:00 (esclusi il sabato e la domenica)

 

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pubblicato il 29/12/2016 ultima modifica 29/12/2016 scaduto