Valutare la Didattica, la Ricerca e la Terza Missione in un'ottica integrata. L'Università di Bari si confronta con le buone pratiche internazionali

È possibile adottare una visione integrata della valutazione di didattica, ricerca e terza missione? Come si definiscono operativamente gli oggetti della valutazione e come si misurano sul piano empirico? Oltre la logica top down dell'adempimento è possibile adottare un modello valutativo che valorizzi esperienze bottom up ed eccellenza a partire dai territori e dalle singole comunità?  

Comprendere la qualità della ricerca sviluppata nelle Università ha una serie di importanti ricadute non solo in termini di formazione qualificata. Alla qualità infatti, non solo può corrispondere una premialità in termini di risorse, finanziarie e umane, da investire nella didattica e nella ricerca ma una corretta valorizzazione del merito, un’adeguata valutazione delle competenze, attraverso procedure riconoscibili, consentono di sostenere quei settori disciplinari di eccellenza di un Ateneo che poi corrispondono anche allo sviluppo di un territorio e a un’ottimizzazione delle ricadute occupazionali.

Rispetto alle istanze e ai cambiamenti correlati all’implementazione dei processi di accreditamento e della qualità, obiettivo posto dall’Agenzia per la valutazione del sistema Universitario e della ricerca (ANVUR) è divenuto fondamentale declinare il tema della valutazione nel contesto universitario italiano rispetto alle dimensioni della Didattica, della Ricerca e della Terza Missione anche mettendo a valore le buone pratiche, le esperienze (e non solo i modelli e gli standard) a livello nazionale e internazionale, cercando di stimolare un dibattito propositivo.

Il seminario di studi organizzato dall'Università degli studi Aldo Modo di Bari sul tema “Quale valutazione per didattica, ricerca e terza missione? Dai modelli alle pratiche” è stato patrocinato dall’Associazione Italiana di Valutazione (AIV) e “ha rappresentato un’occasione di confronto sistemico sulle pratiche valutative implementate in università: alla necessità di oltrepassare la logica di mero adempimento burocratico fa da contraltare l’opportunità di lavorare sulla diffusione e sul consolidamento della cultura della valutazione nel nostro Paese”. Lo spiega Serafina Pastore, ricercatore in Didattica generale e Pedagogia speciale dell’Università di Bari che ha trattato il tema dell’esigenza sostanziale del feedback e dell’opinione degli studenti.

Fausta Scardigno, ricercatore in Sociologia dei processi culturali e comunicativi dell'Università di Bari, che durante il convegno ha analizzato il tema della valutazione della terza missione come chance per l’integrazione e il pluralismo metodologico, ha aggiunto: “L’obiettivo è riflettere sul valore pluralista e democratico della valutazione che è una chance reale per creare terreni di sperimentazione dell’integrazione possibile di didattica, ricerca e terza missione nell'università”.

Tra gli ospiti del convegno Emanuela Reale, ricercatore dell’IRCRES-CNR di Roma che, fra le prime a occuparsi del tema in Italia, ha analizzato criticamente i possibili usi e abusi della valutazione della ricerca, e Brigida Blasi, responsabile dell’Unità Organizzativa Terza Missione/Impatto dell’ANVUR, che ha illustrato il modello ANVUR di valutazione della terza missione nelle università italiane. 

Ha aperto i lavori la prof.ssa Natasha Jankowsky dell’Università di Chicago e direttore del NILOA (National Institute on Learning Outcomes Assessment), che si è focalizzata sulle esperienze di valutazione dei learning outcomes quale processo di innovazione in atto nella didattica universitaria. Ad affrontare invece il tema della valutazione del public engagement è stato il prof. Richard Watermayer dell’Università di Bath (UK) che ha riportato l'esperienza inglese della interazione tra ricerca accademica e valorizzazione del territorio.

Quello valutativo è un processo particolarmente importante che necessita del consolidamento di competenze e dell’elaborazione di documenti strategici, ma soprattutto della condivisione della comunità accademica. Per poter valutare occorre conoscere, per poter decidere occorre adottare scelte strategiche sulla base di elementi conoscitivi”. 

Il Rettore dell’Università di Bari Antonio Felice Uricchio  spiega che il tema della valutazione nell’Ateneo Barese è un “percorso avviato da tempo e per il quale abbiamo messo a punto tutti gli strumenti di carattere conoscitivo e di carattere strategico e programmatorio. Possiamo dire con soddisfazione che anche la nostra esperienza viene considerata una delle prassi migliori all’interno del quadro nazionale universitario”.

Nello specifico, ha anticipato il Rettore Uricchio, l’Università di Bari ha sviluppato una serie di metodiche e progettualità che a novembre consentiranno di accedere all’accreditamento della ricerca e dei corsi accademici da parte dell’ANVUR.

In allegato i materiali didattici del convegno “Quale valutazione per didattica, ricerca e terza missione? Dai modelli alle pratiche” dell’Università degli Studi di Bari.

Scarica il materiale di Brigida Blasi

Scarica il materiale di Natasha Jankowsky

Scarica il materiale di Serafina Pastore

Scarica il materiale di Emanuela Reale

Scarica il materiale di Fausta Scardigno 

Scarica il materiale di Richard Watermeyer

 

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published on 27/07/2018 ultima modifica 09/05/2022