Valorizzare il capitale culturale dei rifugiati: il Cap porta la sua esperienza a Reggio Emilia


"Valorizzare il capitale culturale dei rifugiati: la sperimentazione del Centro per l’Apprendimento Permanente dell’Ateneo di Bari".

E' su questo argomento che si concentra l'intervento della presidente del CAP di Uniba, Fausta Scardigno, previsto il 15 giugno nel Palazzo universitario G. Dossetti di Reggio Emilia nell'ambito del convegno dedicato al tema "La mediazione interculturale con i rifugiati e richiedenti asilo". 

La giornata di formazione intende divulgare gli esiti del progetto europeo Erasmus + denominato ReCULM, un percorso formativo rivolto ai mediatori culturali per accrescerne le competenze nell’accoglienza dei rifugiati e richiedenti asilo.

Il progetto, di durata biennale (iniziato nel 2016 si concluderà a settembre 2018), coinvolge come partner i rappresentanti di 4 Paesi Europei: Grecia (National Centre for Social Research di Atene in qualità di coordinatore), Italia (Unimore), Spagna (Centre for Migration Studies and Intercultural Relations e Università di Almeria) e Regno Unito (Università di Glasgow).

L’appuntamento è un'occasione per approfondire, grazie al contributo di esperti, operatori e mediatori provenienti da diverse parti d'Italia, i primi materiali prodotti che saranno poi divulgati sul sito www.reculm.eu/ liberamente fruibili da enti di formazione, cooperative, associazioni e dai mediatori interculturali.

Il programma della giornata prevede nella sessione mattutina i saluti istituzionali del Direttore del Dipartimento di Educazione e Scienze Umane, dell'assessore del Comune di Reggio Emilia Serena Foracchia, e la presentazione del progetto ReCULM da parte di Rita Bertozzi e Tatiana Saruis di Unimore.

Le tematiche legate alla formazione dei mediatori interculturali sono affidate agli interventi di tre accademici:  Claudio Baraldi di Unimore su “Le competenze nella mediazione linguistica culturale”; Eduardo Barberi dell’ Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo” su “Nessuno si salva da solo: semi-professione del mediatore e professione del sociale”; Fausta Scardigno dell’Università degli studi di Bari su “Valorizzare il capitale culturale dei rifugiati: la sperimentazione del Centro per l’Apprendimento permanente nell’Ateneo di Bari”.

I lavori del pomeriggio, coordinati da figure esperte che operano in diverse realtà nazionali, prevedono tre sessioni parallele: la normativa e gli spazi d'azione del mediatore, il ruolo del mediatore nell'inserimento sociale e lavorativo dei rifugiati e la formazione e il supporto necessario agli operatori.

Al convegno è collegato il progetto di ReCULM Upskilling Cultural Mediators, un corso di formazione che risponde ai bisogni formativi dei mediatori culturali. Per saperne di più clicca qui


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published on 12/06/2018 ultima modifica 09/05/2022