'Ringraziate Dio, voi, perché potete bere un caffè e leggere le notizie su di noi'

“La conseguenza di questa emigrazione nuova del nostro tempo è la creazione di tipi completamente nuovi di essere umani, individui che si radicano in idee piuttosto che in luoghi, tanto nelle memorie che nelle cose materiali, gente obbligata a definirsi sulla base della propria alterità. La paura li accompagna. La paura e la fuga: i veri segni del nostro tempo”.

Il macigno di queste parole, da Esodo (2016), lo ha scagliato sulle nostre coscienze Domenico Quirico, inviato de La Stampa che ha seguito le vicende africane degli ultimi vent’anni dalla Somalia al Congo, dal Ruanda alla Primavera araba.

Quando ascolta la storia di uno dei tanti giovani arrivati a Mineo si sente dire: “Nessuno ci vuole qui, lo so, siamo stranieri e dobbiamo essere contenti se non ci mettono in un campo peggiore. Non siamo né liberi né ricchi ma nel nostro Paese era la stessa cosa. Questo è già un paradiso, un paradiso di ombre se vuoi, giusto per superare un momento. Vedi, se guardo indietro dove vivevo scorgo solo rovine. Due miei fratelli sono stati uccisi, suo fratello -lo vedi quello piccolo?- è stato sgozzato perché non aveva soldi per pagare il riscatto…che dovevamo fare? Stare dietro una ringhiera a guardare i massacri, la gente seppellita viva sotto le macerie? Il sangue che monta di un centimetro ogni giorno? Ringraziate Dio, voi, perché potete alzarvi, bere un caffè e leggere le notizie su di noi sul giornale”.

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published on 23/12/2019 ultima modifica 09/05/2022