Cosa ci rende così diversi da loro? Eppure migriamo anche noi

Migrazioni interne e fuga all’estero: ne hanno esperienza indiretta 4 italiani su 10. Ci dice così il Rapporto Eurispes 2020.

Il 41,2% del campione sostiene che qualcuno tra i propri familiari si è trasferito all’estero per migliorare la propria situazione economica/lavorativa: nel 22,9% dei casi si è trattato di trasferimenti in un’altra città italiana e nel 18,3% all’estero.

Al Sud, nelle Isole e al Centro prevalgono i trasferimenti entro i confini nazionali (rispettivamente 39,4%; 34,4% e 19%); mentre al Nord sono più frequenti i trasferimenti all’estero (27,3% Nord-Est e 15,3% Nord-Ovest) rispetto a quelli verso altre città italiane (15,3% Nord-Est; 12,2% Nord-Ovest).

Per il presidente dell’Eurispes, Gian Maria Fara "siamo davanti ad un cambio epocale che, nel combinato disposto degli effetti della globalizzazione e del clamoroso sviluppo tecnologico, necessita una ridefinizione del lavoro, della sua distribuzione, e della sua collocazione all’interno delle dinamiche della società. La società si è frammentata, perdendo progressivamente due puntelli che ne avevano guidato lo spirito: il valore della democrazia rappresentativa e quello del lavoro come elemento basilare della cittadinanza. Il risultato si rintraccia nell’endemica crisi di identità e nell’impoverimento dei ceti medi, che hanno a loro volta generato e generano una diffusa percezione di insicurezza e l’impossibilità di immaginare un futuro migliore dell’oggi, o per meglio dire, di quello di ieri. Alla base di tutto, c’è stato e c’è uno sviluppo scientifico-tecnologico vorticoso che sembra rispondere solo a se stesso, producendo risultati allo stesso tempo irrinunciabili e invasivi, assistendoci fino a prevenire i nostri bisogni, ma di fatto disumanizzanti tale da comprimere l’intervento umano e rendendo l’individuo soprattutto 'libero' di essere assoggettato ai ritmi e alle routine che la tecnologia incarna in una simbiotica giustapposizione tra contenitore e contenuto".

Sono tutte valutazioni da farsi. Ma ne possiamo aggiungere un'altra, forse più semplice: se 4 cittadini italiani su 10 ha un'esperienza migratoria molto vicina a sè, e quindi quasi tutti sappiamo cosa significa e cosa la motiva, perchè puntiamo il dito così ferocemente contro chi la vive esattamente come noi ma ha un altro passaporto?

Cosa ci rende così diversi da loro?

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pubblicato il 10/02/2020 ultima modifica 09/05/2022