Museo di Informatica

Dipartimento di Informatica

Aperto al pubblico

Contatti: museo.informatica@uniba.it
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Il Museo di Informatica dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro attraverso l’esposizione delle apparecchiature informatiche di maggior rilievo storico presenti in collezione narra l'evoluzione dei sistemi di calcolo automatico ed elaborazione dati nel corso degli ultimi decenni e  di come questi hanno contribuito ai cambiamenti della società. 

L’acquisizione, la conservazione e la valorizzazione dei calcolatori, dei software e della documentazione tecnica sono fra gli obiettivi del Museo.

Pieghevole da scaricare

PERCORSO MUSEALE IN BREVE

Mainframe

Macchine in uso negli anni ’40. Furono considerati i primi computer moderni. Lo spazio occupato era quello di una intera stanza e, per alcuni esemplari, anche di più.

Minicomputer

Macchine degli anni ‘60, più piccole rispetto ai Mainframe, le dimensioni erano quelle di un armadio o di un frigorifero. Costavano decine di migliaia di dollari ed erano  presenti soprattutto in aziende e università.

Microprocessori

Nello stesso periodo nel quale si affermavano i Microcomputer nacque l’idea di un computer che potesse stare su una scrivania (come i terminali dei minicomputer) e che fosse utilizzabile da una sola persona.

L’utilizzo del microprocessore favorì l’avviato del processo di miniaturizzazione dei computer.

Personal computer

Con la diffusione dei microprocessori, nella metà degli anni ‘70, gli amatori del settore cominciarono a costruire i propri computer: nacque l’Apple I, il primo modello prodotto in serie della Apple. Ben presto le aziende avviarono la produzione di massa dei Personal Computer.

PC compatibili

I primi personal computer non avevano la possibilità di scambiarsi periferiche e software. Lo standard di compatibilità fu diffuso agli inizi degli anni ‘80 dalla Commodore, con il C64, più diffuso in uso domestico, e dall’IBM, con il capostipite di tutti i PC ancora in uso oggi, l’IBM 5150, adottato in ambito d’ufficio.

Referente scientifico: Prof. Stefano Ferilli

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published on 20/12/2017 ultima modifica 20/11/2023